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Filippo Boni è nato a Montevarchi (Arezzo, Toscana) nel 1980. Ha compiuto studi classici ed è laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze con una tesi sui massacri nazisti in Toscana pubblicata dalla Regione Toscana e dall’Istituto Storico della Resistenza Toscana con la quale ha vinto il premio Regionale “Giustizia e Libertà“.

Scrittore, giornalista, ricercatore e studioso di storia contemporanea ed anni di piombo, collabora con il Dipartimento di Studi sullo Stato dell’Università di Firenze ed è stato a capo di emittenti Tv locali.
Firma de La Repubblica e del Quotidiano Nazionale, ha pubblicato numerosi saggi su Risorgimento, Grande Guerra, Resistenza, eccidi nazifascisti e sull’età moderna e contemporanea.

È stato direttore responsabile di periodici con carattere politico e di cronaca, collabora con emittenti televisive, quotidiani e riviste storiche, è promotore di Festival, sviluppa costantemente iniziative culturali e segue progetti didattici e umanistici per la conservazione della memoria insieme a centri di documentazione, enti pubblici, università, scuole ed associazioni.

I suoi libri sono stati oggetto di trasposizioni teatrali, documentari, speciali, film e tema d’esame negli istituti scolastici italiani.
Con il suo libro “Gli eroi di Via Fani” (Longanesi), che narra la vita degli agenti di scorta di Aldo Moro, ha vinto il Pegaso d’argento della Regione Toscana, il premio nazionale “Santa Barbara nel mondo città di Rieti”, il “Premio Franco Enriquez città di Sirolo” ed il “Fiorino d’Oro”, Primo Premio del Concorso Letterario Internazionale Firenze Europa 2018.

Il suo lavoro “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” (Longanesi) che narra la storia di Bruno Bertoldi, classe 1918, scampato al massacro nazista di Cefalonia del settembre 1943 e poi ai lager ed ai gulag sovietici è stato inserito nella cinquina finale dei premi nazionali Fiuggi Storia 2020, Acqui Storia 2020 e Corsena 2020.
A marzo 2021 sempre per Longanesi ha pubblicato “Muoio per te, Cavriglia 4 luglio 1944: un massacro nazista che l’Italia ha dimenticato”, narrando la storia della strage compiuta dalla Wermacht durante la ritirata aggressiva dell’estate del 1944 in quattro paesi del comune di Cavriglia (Arezzo). Nell’eccidio, il quarto in Italia per numero di vittime dopo Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e Le Fosse Ardeatine, vennero uccisi e bruciati 192 civili maschi tra i 14 ed i 93 anni. Mai prima d’ora la storiografia nazionale si era occupata di questo atroce massacro. Il libro è stato finalista al Premio Robinson de La Repubblica.

A dicembre 2023 ha pubblicato “Qualsiasi cosa accada, Fabrizio Bernini, il sogno di un imprenditore visionario, la storia della sua famiglia, il potere di una promessa” (Aska), nel quale ha ricostruito l’incredibile vicenda umana, familiare e professionale di uno dei più grandi imprenditori italiani nel campo delle nuove tecnologie.

A gennaio 2025 con Oleg Mandic ha pubblicato per Newton Compton “Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz. La vera storia del bambino scampato ai lager nazisti”.